Le
nuove città un giorno arriveranno conseguentemente a sostituire
quelle oggi esistenti, delle quali le parti costruite
irresponsabilmente finiranno per essere abbandonate e quindi
fatalmente demolite, restituendo alle case storiche il loro
ambiente originario necessario per vivere con piacere. Esse
costituiranno dei rioni abitati e rappresenteranno una meta di
svago, curiosità e cultura, ancora più interessanti, appunto
perché vivi, di Pompei e del Palatino.
La tavola “raffronto planimetrico tra l’attuale città di
Milano e una corrispondente Città Ideale G.M. 2000” (parte di
questa relazione) può chiarire un po’ questo argomento
riferendosi, immaginariamente, alla città di Milano.
L’attuale urbanistica di Milano si identifica con una media di
30.000 mc/ha, cioè di 10.000 mq costruiti di abitazione,
equivalenti a 20 mq per abitante e a 500 abitanti all’ettaro.
Qualsiasi sia la determinazione dell’altezza degli edifici in
tale urbanistica, il
risultato
è
di
caos logistico e di altissimo inquinamento.
Tale concetto urbanistico, impostato sul criterio della città in
verticale, è strano che sia ancora oggi in auge dato i risultati
negativi specialmente per quanto riguarda la logistica.
Quando si è immaginata la città in verticale non si è tenuto
abbastanza in conto che, per raggiungere le abitazioni, ci si
doveva servire di una logistica in orizzontale, esclusivamente a
piano terra. Le statistiche di oggi, che valutano una automobile
ogni due persone, giustificano il caos prodotto da questa quantità
di automezzi, dai loro percorsi e parcheggi.
L’unica scusante per un’architettura del genere può averla il
Giappone, dove un’enorme sovrappopolazione su un piccolissimo
territorio può arrivare a soluzioni disperate. Si calcolano
difatti 8.500 abitanti /Kmq - vedi Aeropolis,
una struttura di 2000 m. di altezza, con 500 piani, realizzabile
secondo i progettisti giapponesi in non più
di
una
trentina
di
anni,
o X
Seed
4000, dove il numero si riferisce naturalmente ai metri
che questo colosso in acciaio, cemento e vetro sarebbe in grado di
raggiungere.
Ma non tutto il mondo è Giappone. In Europa, per esempio, la
questione dell’abitabilità può essere risolta esclusivamente
modificando lentamente nel tempo le nostre città, sistemandone le
abitazioni in modo coerente con la vita attuale, resa dalla
tecnologia completamente diversa da quella che un tempo aveva
determinato un’urbanistica oggi assolutamente superata e che, se
si vuole continuare a vivere, deve essere cambiata.
Ritornando, per avere un esempio concreto, alla città di Milano,
dove abbiamo visto che in un ettaro di terreno vivono 500
cittadini nel caos, con una soluzione del tipo della Città Ideale
G.M.2000, sullo stesso territorio di un ettaro, possono vivere
5000 abitanti in aria pulita e con tutti i conforti che deve
offrire una città sia nel campo della cultura, del divertimento,
del lavoro e della sanità.
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